I matrimoni tradizionali in Giappone avvengono secondo il
rito shintoista, forma religiosa locale e parte integrante della cultura
giapponese.
Essi avvengono in alcuni periodi dell'anno considerati più
propizi e, generalmente, la cerimonia si svolge nei santuari shintoisti
(«jin-ga», residenza degli dei); in alcuni casi, la celebrazione può avvenire
anche a casa dello sposo.
Il rito è officiato da un sacerdote che indossa i capi
tradizionali: una veste bianca, un cappello di taffettà (eboshi) e uno scettro
(shaku) e spesso è coadiuvato da uno (o due) attendenti, chiamate
"miko", vestite con giacca bianca e hakama rossa.
La sposa può indossare il tradizionale abito bianco,
«shiromuku », oppure un colorato kimono ricamato, portando sul capo lo
Tsunokakushi o lo Watabooshi; lo sposo, invece, indossa un kimono da cerimonia.
Prima di dare avvio alla celebrazione, sia la coppia che
tutti i partecipanti alla cerimonia, devono compiere il rito della
purificazione, intingendosi con l'acqua che sgorga dalle fontane poste
all'ingresso di ogni tempio.
Essendo il matrimonio un momento molto intimo, possono
parteciparvi soltanto i familiari degli sposi, i parenti più stretti e i
testimoni. Questi ultimi si disporranno dietro agli sposi, seguiti dagli altri
parenti (dal più anziano al più giovane).
Gli sposi, invece, prendono posto al centro, dinanzi al
sacerdote, il quale, inchinandosi all'altare, annuncia il matrimonio alle
divinità pronunciando preghiere e benedizioni.
Durante la cerimonia, gli sposi sono invitati a bere tre
piccoli sorsi di sakè da tre tazze di differenti dimensioni, generalmente poste
sull'altare insieme a frutta, sale e riso.
Al termine di questo rituale, solitamente accompagnato da
musica tradizionale, la coppia è considerata sposata.
Per concludere la celebrazione, lo sposo recita un
giuramento di fedeltà ed obbedienza, che condividerà anche la sposa.
Per suggellare l'unione tra i propri figli, i genitori degli
sposi bevono del sakè e seguono la nuova coppia verso il santuario, dove
avverrà l'offerta agli dei: qui gli sposi, tenendo in mano un ramo di pianta
sempreverde, si inchinano due volte, battono due volte le mani e si inchinano
nuovamente; offrono quindi i rami alla divinità per dimostrare la sincerità
delle proprie intenzioni.
Al termine di quest'ultimo rituale, gli sposi lasciano il
salntuario ed inizia il ricevimento.