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mercoledì 20 gennaio 2016

IL GIORNO PIU' BELLO, LE NOZZE CELEBRATE IN TUTTO IL MONDO: IL MATRIMONIO GIAPPONESE

I matrimoni tradizionali in Giappone avvengono secondo il rito shintoista, forma religiosa locale e parte integrante della cultura giapponese.
Essi avvengono in alcuni periodi dell'anno considerati più propizi e, generalmente, la cerimonia si svolge nei santuari shintoisti («jin-ga», residenza degli dei); in alcuni casi, la celebrazione può avvenire anche a casa dello sposo.
Il rito è officiato da un sacerdote che indossa i capi tradizionali: una veste bianca, un cappello di taffettà (eboshi) e uno scettro (shaku) e spesso è coadiuvato da uno (o due) attendenti, chiamate "miko", vestite con giacca bianca e hakama rossa.
La sposa può indossare il tradizionale abito bianco, «shiromuku », oppure un colorato kimono ricamato, portando sul capo lo Tsunokakushi o lo Watabooshi; lo sposo, invece, indossa un kimono da cerimonia.
Prima di dare avvio alla celebrazione, sia la coppia che tutti i partecipanti alla cerimonia, devono compiere il rito della purificazione, intingendosi con l'acqua che sgorga dalle fontane poste all'ingresso di ogni tempio.
Essendo il matrimonio un momento molto intimo, possono parteciparvi soltanto i familiari degli sposi, i parenti più stretti e i testimoni. Questi ultimi si disporranno dietro agli sposi, seguiti dagli altri parenti (dal più anziano al più giovane).
Gli sposi, invece, prendono posto al centro, dinanzi al sacerdote, il quale, inchinandosi all'altare, annuncia il matrimonio alle divinità pronunciando preghiere e benedizioni.
Durante la cerimonia, gli sposi sono invitati a bere tre piccoli sorsi di sakè da tre tazze di differenti dimensioni, generalmente poste sull'altare insieme a frutta, sale e riso.
Al termine di questo rituale, solitamente accompagnato da musica tradizionale, la coppia è considerata sposata.
Per concludere la celebrazione, lo sposo recita un giuramento di fedeltà ed obbedienza, che condividerà anche la sposa.
Per suggellare l'unione tra i propri figli, i genitori degli sposi bevono del sakè e seguono la nuova coppia verso il santuario, dove avverrà l'offerta agli dei: qui gli sposi, tenendo in mano un ramo di pianta sempreverde, si inchinano due volte, battono due volte le mani e si inchinano nuovamente; offrono quindi i rami alla divinità per dimostrare la sincerità delle proprie intenzioni.
Al termine di quest'ultimo rituale, gli sposi lasciano il salntuario ed inizia il ricevimento.





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